Da Uomini a Dèi: una raccolta di opere di Cinzia Valente. I dipinti sono stati esposti per la prima volta tutti insieme come un percorso, coprendo un ampio arco temporale della produzione dell’artista, dal 2000 fino ad oggi. La mostra comprende una trentina di tele, tutte dipinte con oli e pigmenti naturali, accompagnate da interpretazioni poetiche e dalla musica creata dalle piante. Con questa mostra l’artista ha voluto condividere un viaggio evolutivo, lasciando ai soggetti esposti raccontarne le diverse tappe.






La personale d’artista, rimasta aperta dal 5 al 15 gennaio e ospitata nello spazio dell’Ex Fornace, Alzaia Naviglio Pavese, 16, Milano, ha raccontato una storia, un sempre attuale viaggio dell’Eroe, alla ricerca di una profonda comprensione di sé stesso.
Opere
Le trenta opere esposte, presentate come tappe fondamentali del percorso, racchiudono gli ultimi vent’anni di produzione artistica, testimoniandone il cambiamento stilistico e la crescita personale.
La manifestazione culturale, che ha ospitato diversi eventi e relatori e ottenuto il successo di pubblico e critica, è stata pensata per coinvolgere l’osservatore in un confronto attraverso le opere, con sè stesso, come se stesse osservando allo specchio un pezzetto del suo individuale trascorso.
Lo spazio espositivo è diventato il luogo dove vivere un’esperienza di crescita, attraverso momenti di raccoglimento e contemplazione. Tutte le soluzioni dispositive hanno risposto alla necessità di realizzare questo obiettivo. La centralità dell’osservatore all’interno del proprio spazio personale, durante l’esperienza di visita ha condizionato l’intera progettazione del percorso.
Poesie e musiche
Grazie alla preziosa collaborazione con l’artista Paola Gandin, sono state realizzate delle poesie ad och per ciascuna opera, in grado di veicolarne lo stesso messaggio. Scannerizzando un Qr code l’osservatore ha avuto la possibilità di ascoltarle l’interpretazione poetica direttamente dalla voce della scrittrice e immergersi completamente nella tappa del percorso. . Scannerizzando un Qr code l’osservatore ha avuto la possibilità di ascoltarle e immergersi nella tappa del percorso.
Per riascoltare le musiche e le poesie clicca qui.
Music of the Plants
Le piante, oltre a partecipare alla armonizzazione dello spazio, hanno rappresentato il ponte reale tra l’arte e la progettazione aurea, due fondamentali aspetti della vita dell’artista. Ma soprattutto, grazie ai dispositivi forniti da Music of the Plants, è stato possibile di dargli voce, rendendole strumenti preziosi di dialogo tra l’osservatore e l’opera. Gli splendidi esemplari di Flora et Labora, hanno reso vivo e vitale lo spazio nei giorni della mostra.

La mostra ha avuto l’onore di ospitare tre relatori d’eccezione, che con i loro interventi hanno contribuito a evidenziare il rapporto tra arte, natura e scienza.
Il ricercatore Paolo Renati che ha tenuto una conferenza dal titolo “La Proporzione Aurea: Bellezza utile”, durante la quale ha condotto gli ospiti verso la comprensione della profonda connessione tra tutto ciò che è vivente. “Nel regno vivente la funzione è struttura, l’ordinamento sofisticato ed elegante delle forme naturali è infatti la risultante di un concerto di frequenze in rapporto aureo tra loro. Musica che si rende forma. Nulla di perfettibile.”
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Il professor Piergiorgio Spaggiari con l’intervento “Quando L’Arte incontra la Fisica” che ha fatto viaggiare i nostri ospiti tra la fisica classica e quella moderna, concludendo con un elogio alla forma, fisica ed energetica, della bellezza. “Qualunque corpo compreso un dipinto o un’immagine costituisce una sorgente di energia radiante attraverso un’onda elettromagnetica e si propaga nello spazio”.
La dottoressa Rita Belforti “Arte della Natura o Cyber-Art”. ha ripercorso con grande sensibilità le tappe della mostra facendo provare agli ospiti sensazioni di connessione e benessere. Poi ha condotto gli stessi a provare la differenza di emozioni, seguendo le tappe di un racconto distopico, in un futuro che si allontana dalla spiritualità, abbracciando la tecnologia integrata al vivente, invece che al servizio. “Nessun prodotto tecnologico, nemmeno il più sofisticato e avveniristico, potrà mai sostituirsi alla bellezza imperfetta e impermanente di una creazione della Natura, descrivibile solamente con il linguaggio puro dell’arte”.
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